Attualmente la mostra è esposta fino al 19 dicembre presso il Palazzo Antonini Belgrado sede della Provincia di Udine, dopo la tappa di San Pietro al Natisone.
MUSEO STORICO DELLA TERZA ARMATA
Il patrimonio museale venne costituito inizialmente con le donazioni delle famiglie Savoia e Villasanta – durante la Grande Guerra il Generale Nino Villasanta fu segretario del Duca d’Aosta – e con successivi lasciti che hanno ulteriormente arricchito la pregevole collezione. Interessanti le armi, le divise e i cimeli che mostrano le condizioni di vita dei soldati all’epoca e i loro equipaggiamenti.
Di grande importanza anche la documentazione cartografica. Si tratta, per esempio, delle carte in scala 1:100.000 che venivano disegnate a mano e colorate a pastello ogni mattina presso il Comando della Terza Armata per indicare la dislocazione delle Grandi Unità, dei Corpi e dei Reparti autonomi. Da segnalare, altresì, le numerose fotografie originali eseguite nel corso conflitto, da quelle realizzate da fotoperatori dello Stato Maggiore italiano e austro-ungarico agli scatti del Capitano Natale Palli che volò su Vienna insieme a Gabriele D’Annunzio. Si ricorda inoltre una straordinaria raccolta di piccole lastre stereoscopiche che possono essere ammirate tramite un restitutore che ricrea nello spazio, con profondità tridimensionale, scene di vita della Grande Guerra. Significativi pure i numeri de “La Tradotta”, il giornale di trincea della Terza Armata, e le cartoline che negli anni del conflitto incitarono a sottoscrivere il prestito nazionale. Sono consultabili, in formato digitale o cartaceo, anche moltissimi documenti: ordini di operazioni, appunti, lettere, messaggi e manoscritti.
Vi è infine una raccolta di circa sessantamila firme di reduci o parenti degli ex-combattenti alla Terza Armata, donata al Duca d’Aosta a Torino nel 1926, nella quale si possono trovare quelle di personaggi illustri che hanno fatto la storia d’Italia. Tra questi ricordiamo Enrico Toti, Francesco Baracca, Folco Ruffo di Calabria, Benito Mussolini, Cesare Merzagora, Sandro Pertini, Giuseppe Roncalli (poi Papa Giovanni XXIII), Paolo Caccia Dominioni, Giuseppe Ungaretti, Gabriele D’Annunzio, Filippo Tommaso Marinetti, Umberto Boccioni, Mario Sironi e Antonio Sant’Elia.
Il
palazzo in cui ha sede il Museo, di proprietà della famiglia
Borromeo dal XV secolo, venne acquistato da Pietro Bembo nel 1527 e,
in seguito a numerosi passaggi, dal Duca Silvestro Camerini (1847),
dal quale prende il nome. Dagli anni quaranta del Novecento,
l’edificio ha ospitato alti comandi militari, fra i quali il
Comando Designato della Terza Armata (1952-1972) e il Comando Brigata
Artiglieria Contraerea dell’Esercito fino al 2009.
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